222 e una notte
Dal 25 giugno 2022 al 15 gennaio 2023 il CAMeC (Centro Arte Moderna e Contemporanea) di La Spezia ha ospitato la mostra “Giacomo Verde – Liberare arte da artisti”. Ricevuto il benestare del CAMeC, il gruppo dell’archivio di Giacomo Verde, di cui facevano parte anche il collettivo Dada Boom e il Collettivo Superazione, ha cominciato a lavorare all’organizzazione. Per tracciare il percorso artistico molto eclettico di Giacomo Verde, il gruppo ha deciso di seguire una modalità di esposizione che Verde aveva già sperimentato con il Collettivo Superazione quando, nel marzo del 2018, all’interno dell’Officina Dada Boom, fu organizzato OSO (Opere Senza Opera), una serie di installazioni, azioni, opere ed eventi che, per due settimane, avrebbero dovuto evolversi in base agli accadimenti personali, politici e sociali del momento. Fu proprio in quell’occasione, infatti, che nacque il Museo Popolare della Pineta (diventato poi Museo Popolare Giåk Vërdün, MPGV, alla morte di Giacomo Verde), un progetto di disobbedienza civile contro la costruzione dell’Asse di penetrazione nella Pineta di Levante di Viareggio diventato in seguito una continua operAzione artivistica r(Ǝ)o dadaista che si oppone ai progetti speculativi sulla natura, in ogni loro forma.
Il gruppo di lavoro ha deciso di suddividere la mostra in tre capitoli, (Artivismo, Tecno arte e interazioni, Effimero) e ha nominato come curatore Luca Fani. Ha inoltre deciso di concedere un muro di una delle stanze espositive al MPGV durante il periodo dell’Artivismo (25 giugno-2 settembre). A quel punto, il Collettivo Dada Boom e il Collettivo Superazione, anime del MPGV, hanno comunicato che avrebbero eseguito degli interventi in continua trasformazione per tutto il periodo dell’Artivismo e, per l’inaugurazione del 25 giugno, hanno inviato le informazioni richieste per le performance che avrebbero eseguito quella sera.
Vista la situazione mondiale, il MPGV aveva deciso, per la sua edizione 2022, di lavorare sul tema della demilitarizzazione e di trasformarsi in un museo itinerante che avrebbe portato le sue operAzioni in vari eventi. Il 29 maggio 2022 il MPGV è stato inaugurato a Viareggio con l’happening “Siamo il parco che insorge”. In questa occasione è stato realizzato, con una performance interattiva, uno striscione con la scritta “Demilitarizzare il parco” da portare a Coltano, Pisa, al corteo nazionale del 2 giugno contro la costruzione di una nuova base militare nel Parco di Migliarino San Rossore. Il 25 giugno 2022, lo stesso striscione è stato appeso sul muro riservato al MPGV al CAMeC per la performance “Omaggio Ogiugno” della R(Ǝ)o Dada Crew, che, per l’occasione, era composta da Gigi Blù, Progetto No Name, I Pugili, La Temibile. I Pugili hanno scritto sul muro, con i pugni inzuppati di tempera rossa, “Demilitarizzare La Spezia” e, durante l’azione, disturbata fra l’altro dall’entrata in scena della conservatrice Cinzia Compalati che ha iniziato a urlare contro gli/le artistX, è colata della tempera sul pavimento e si è aperto un buco nella parte di cartongesso di quella parete. Alla fine della serata, dopo le accese discussioni con le conservatrici e la professoressa Anna Maria Monteverdi, Murat Onol, uno dei pugili, e Giovanni Bianchini, un artista presente all’inaugurazione, hanno ripulito il pavimento con i loro indumenti, eseguendo così una nuova performance.
Alle 12:26 del 27 giugno, primo giorno lavorativo utile dopo la performance, il firmatario del contratto con il CAMeC Tommaso Verde ha ricevuto una PEC dall’amministrazione comunale, nella persona del dirigente Massimiliano Curletto, in cui si richiedeva “l’esclusione del Collettivo Dada Boom e di tutti i suoi componenti dai successivi eventi programmati nell’ambito della mostra e il ripristino tempestivo – e comunque entro e non oltre il 10 luglio p.v. – delle sale espositive così come consegnate prima dell’allestimento”.
Per i/le r(Ǝ)o dadaistX, la decisione di cancellare l’opera in atto, e quindi la scritta che mandava un messaggio molto forte alla militarizzatissima La Spezia, e l’esclusione di uno dei collettivi organizzatori dalla mostra erano un atto di censura e hanno chiesto al resto del gruppo di lavoro di prendere una posizione chiara al riguardo. Hanno inoltre ribadito che alla fine del periodo dell’Artivismo il muro sarebbe stato “riconsegnato” nelle condizioni iniziali.
L’8 luglio Tommaso Verde ha incontrato Massimiliano Curletto per tentare una mediazione, ma il dirigente comunale è rimasto sulle sue posizioni e ha ordinato il ripristino del muro per l’11 luglio. I/le r(Ǝ)o dadaistX non hanno accettato e il museo ha proceduto a cancellare l’opera. A questo punto il collettivo Dada Boom, il Collettivo Superazione e il curatore Luca Fani hanno annunciato la loro uscita dalla mostra, seguiti da Clemente Pestelli e Tatiana Bazzichelli che ha anche comunicato la sua decisione di non organizzare più la prevista riapertura sull’Artivismo a dicembre nel museo CAMeC, ma di spostarla a Viareggio e realizzarla insieme ai “fuoriusciti”. In seguito a queste defezioni anche il programma dell’evento del 20 di luglio dedicato ai fatti del G8 di Genova è stato modificato. Il documentario “Solo limoni” di Giacomo Verde è stato comunque proiettato, ma dopo la censura di “Omaggio Ogiugno” alcune realtà come Candida TV e Dada Viruz Project hanno deciso di non partecipare al dibattito. Dada Viruz Project si è recata la mattina al CAMeC dove ha installato alcuni modellini di autoblinde di polizia e carabinieri macchiate di vernice rosso sangue per ricordare la mattanza della polizia e ha poi distribuito, sia a La Spezia che a Genova, il volantino: “Non celebriamo questo appuntamento con gli ipocriti che censurano e mistificano!”
Il 17 luglio, quattro r(Ǝ)o dadaistX si sono recati al CAMeC per portare via le loro installazioni e, in quell’occasione, Alessandro Giannetti ha realizzato la sua performance “Ogiugno Oluglio / No censura, no spese militari”, incidendosi sul petto il simbolo del r(Ǝ)o dadaismo e scrivendo col suo sangue sul muro immacolato “Demilitarizzare il mondo”, azione duramente repressa con un decreto penale di condanna del 31/12/2022.
I/le r(Ǝ)o dadaistX hanno da subito ricevuto la solidarietà di varie realtà antimilitariste, tra cui i Murati Vivi e i Mitilanti, due collettività attive e impegnate sul territorio spezzino. Insieme a loro, il 21 agosto 2022, a Marola, un quartiere di La Spezia tra i più vessati dalla presenza militare in quanto il muro dell’Arsenale gli preclude l’accesso al mare, hanno organizzato il r(Ǝ)o dada happening “Demilitarizzare la Spezia Demilitarizzare il mondo” e dato vita all’assemblea omonima. L’assemblea ha poi organizzato altri incontri a Coltano e a Livorno, con l’obiettivo di far conoscere la vicenda e di dichiarare opposizione alle scelte bellicistiche.
Il 9 settembre 2022 è stato inaugurato il capitolo “Tecno arte e interazione” con la presenza delle forze di polizia. L’installazione Ma.La.Polizia di Giacomo Verde prevista per il 20 di luglio non è mai stata esposta al CAMeC. Il 17-18 dicembre 2022 si è tenuta la due giorni “Artivism – azioni oltre le rappresentazioni” presso RiCreAzion(Ǝ). Il 2 febbraio 2023 Alessandro Giannetti ha ricevuto la notifica del decreto penale di condanna.
COLLETTIVO DADA BOOM
Il Collettivo Dada Boom nasce a Viareggio nel 2014 con lo scopo di sviluppare in ambito artistico l’intervento artivistico e mediattivistico.
Il collettivo lavora per valorizzare tematiche oscurate sia dal mondo dell’informazione che da quello dell’arte, con particolare attenzione alle lotte sociali, ambientali, di genere e ad ogni minoranza culturale che reagisce in modo critico allo status quo del sistema capitalista.
Prima in “Officina di arte fotografica e contemporanea Dada Boom” e ora a “RiCreAzion(Ǝ)” (all’interno dello spazio occupato del Cantiere Sociale Versiliese), questX agitatorX culturali mettono in connessione artistX, docentX, militantX, settori in lotta e singole soggettività, che non solo si relazionano tra loro, ma insieme mettono in discussione l’esistente e sperimentano linguaggi e pratiche conflittuali al sistema dominante.
Per le sue operAzioni il collettivo si avvale di qualsiasi ambito e tecnica artistica: dalla Street Art alla Net Art, dalle video installazioni alla tela dipinta, dalla fotografia alla grafica, dalle T-shirt alle performance mediatiche, agli happening, sempre con una grande attenzione al territorio in cui opera.
COLLETTIVO SUPERAZIONE
Il Collettivo Superazione è nato nel 2016 per organizzare un festival internazionale di performance in Toscana. È poi diventato un’associazione culturale senza scopo di lucro fondata da sei persone, con formazioni artistiche e campi di conoscenza diversi, che da anni lavorano per il progresso della cultura e delle condizioni umane. L’obiettivo dell’associazione è promuovere la cultura in tutte le sue forme come atto costruttivo di emancipazione e liberazione personale e sociale. TuttX i/le fondatorX condividono l’idea che l’arte contemporanea debba superare gli obsoleti parametri tecnici e critici che la riducono a passatempo e a puro mercato e riacquistare i valori conoscitivi, critici e politici che le spettano.
Il Collettivo Superazione è stato fondato da: Paola Bonaiuti, traduttrice. Catia Lari Faccenda, musicista e scrittrice. Barbara Fluvi, restauratrice e artista. Silvia Mordini, storica dell’arte. Murat Onol, traduttore e artista. Giacomo Verde, docente e artista.
R(Ǝ)O DADA
(Ǝ) si riprende gli spazi,
gli spazi e le dimensioni dell’arte
oltre ogni legge economica, politica, morale.
Nessuna pietà, niente sacralità,
(Ǝ) ha nessun limite.
Dal manifesto r(Ǝ)o dada
R(Ǝ)o dada nasce nell’aprile 2019 con un manifesto scritto dal collettivo Dada Boom. Lo stesso anno anche il Collettivo Superazione sottoscrive il manifesto.
R(Ǝ)o dada non è dada. R(Ǝ)o dada non è nemmeno dadaista. R(Ǝ)o dada non è una corrente artistica, non ha una sua estetica, se non l’estetica dell’azione, della sua operAzione. R(Ǝ)o dada non è una corrente politica perché il suo processo è aperto a tuttX e a ogni espressione, ma l’azione finale, l’opera d’arte r(Ǝ)o dadaista, è anticapitalista ed ecosocialista.
R(Ǝ)o dada non è ma fa.
R(Ǝ)o dada è un contenitore politico e culturale che prende forma attraverso un’operAzione che è la conseguenza di un processo. È un crogiolo di azioni, opere d’arte, dialoghi e assemblee di persone diverse, militantX, ATTIVISTX, gruppi, associazioni e partiti. In questo processo tutti gli elementi del contenitore cambiano la loro natura. Durante un’azione, anche un’opera d’arte che proviene dal caveau di una banca diventa effimera, oppure un verso di una poesia, una nota di una canzone, un movimento di una danza si incidono nella memoria delle persone. In questo modo, r(Ǝ)o dada crea un cortocircuito per distruggere tutti gli equilibri e lavora, con una portata intergalattica, per la superaentropia.
R(Ǝ)o dada sperimenta un nuovo tipo di relazione, un’intersezione tra qualsiasi tipo di espressione e la politica. Nella sua ricerca, r(Ǝ)o dada parte da un problema o un conflitto sociale reale per criticarlo, combatterlo ed esprimere il proprio dissenso e la propria posizione politica in merito e crea incontri in cui soggetti diversi possono esprimere le proprie idee e avvicinarsi a pratiche mai esplorate prima.
La R(Ǝ)o Dada Crew è “un’entità” dalla natura molto fluida in cui confluiscono gruppi o singolX artivistX se e quando hanno voglia di partecipare a una determinata azione r(Ǝ)o dadaista insieme.